I nomignoli o soprannomi non servivano per offendere una persona, ma a meglio distinguerla fra i gruppi di famiglie di una stessa via, in quanto le case di una via di allora non erano quasi mai segnate da numeri civici per cui spesso era difficile per il portalettere o per chicchessia individuare la persona.
Alcuni soprannomi indicavano che il nome del capostipite come: “Mastunicola” per indicare che il capostipite si chiamava Nicola ed era un “mastro” cioè un capo muratore. Altri potevano indicare l’altezza di una persona come “Pataterno e Lurano” per indicare una persona alta e longilinea. Altri ancora in uso negli anni venti-trenta e quaranta erano: “u rrè”; “a reggina”; “u tenente”; “u maresciallo”; “u sergente” ecc.